Padre Luigi dell’Immacolata, già da tempo sofferente a causa del cuore, il 7 dicembre 1983 viene ricoverato in ospedale. Nonostante le cure dei sanitari il Padre alterna periodi di miglioramento a lunghi periodi in cui si fa presagire la fine imminente. Il 23 dicembre riceve la visita dell’Arcivescovo di Lucca Mons. Giuliano Agresti che oltre al conforto spirituale gli impartisce l’assoluzione e l’Unzione degli infermi. Il 27 dicembre 1983 Padre Luigi, prostrato da lunghe sofferenze, spira nel Signore.
Una sorella, che lo curava durante il ricovero in ospedale, ha raccolto le sue ultime parole. Una frase molto significativa ci fa capire che la natura umana, anche se sorretta dalla fede, geme sotto il peso della croce: «Quanto è difficile la vita del malato». Sempre pensando al caro Istituto da lui fondato disse: «Posso anche andarmene; le Costituzioni ormai sono finite».
Il 28 dicembre, in Santuario, c’è una solenne concelebrazione funebre presieduta dall’Arcivescovo. Nell’omelia il presule ha evidenziato che prima di morire il Padre gli ha confidato: «Due cose io lascio: l’Unione Carmelitana Teresiana e il Santuario per cui ho lavorato per tutta la vita».
Il suo insegnamento spirituale si riassume così: il dominio di questa terra, il distacco secondo lo spirito carmelitano, l’abbandono a Dio attraverso la dolcezza di Maria».